Struttura dell'altare

Il Voto della promessa a San Giuseppe comporta la realizzazione dell’altare, il cui motto è "Alias pauperis” (altro ai poveri), cioè di donare e aiutare i poveri e coloro che si trovano in situazione di bisogno.

Le persone che faranno i santi, devono assumere una parte, in quanto il pranzo costituisce una sorta di sacra rappresentazione dell’ultima cena.

Un altare, minimo deve essere di tre santi, formati da Gesù, Giuseppe e Maria. La famiglia dei santi può crescere a 5,7,13 etc. L’importante è che il numero sia sempre dispari. A ognuno di loro sarà distribuito un corredo di vivande, consistente in un’unità o porzione da portare a casa dopo la celebrazione del banchetto, ossia dell’ultima cena.

Il cerimoniale del banchetto è abbastanza lungo.

Viene celebrata l’ultima cena, quindi tutti i presenti sono invitati ad assistere con devozione, rispetto e silenzio al rito che si celebra.

Il pranzo inizia dopo che Gesù ha pronunciato il detto „A nquantu a nquantu c’è l’Angelu Santu...".

Nell’assoluto rispetto della tradizione i padroni di casa celebrano la lavanda del piede di nostro Signore, lavandogli, asciugandogli e baciandogli il piede, che sarà baciato poi anche dai Santi.

Gesù spezza il pane, i santi mangiano tre spicchi di arancio in onore alla trinità, l’insalata come ricordo delle erbe amare.

I padroni di casa servono come simbolo di obbedienza e sottomissione a Dio.

Vengono offerti i piatti di pasta con legumi (fave e ceci) e una porzione di tutte le vivande che si trovano sulla tavolata, sempre in numero dispari (un cannolo, tre noci, etc.).

Ogni cibo è necessario che venga assaggiato dal capo tavola, ossia Gesù, perché gli altri possono mangiarne.

I santi seguono Gesù e devono interrompere se egli smette.

Niente deve essere buttato via. Sarebbe come buttare la grazia di San Giuseppe.

Una volta che i santi finiscono di mangiare, il cibo rimasto viene offerto agli astanti e quindi si distribuisce ai presenti.

La gente per devozione e rispetto verso San Giuseppe, deve accettare e mangiare, non si ammettono ritrosie e si risponde ripetendo" Viva San Giuseppe".

L’Altare di San Giuseppe a Laufenburg è un "Artaru accampatu" cioè un altare che chiede "Addumannari" il sostegno ai devoti e alla comunità locale (comune, banda musicale, fabbriche, negozi, associazioni).

Le offerte vengono devolute in parte in beneficienza a sostegno di associazioni o famiglie bisognose e in parte servono per affrontare le spese per l’organizzazione della festa (affitto Stadthalle, assicurazioni, fuochi d’artificio, etc.).


Aufbau des Altars

Das Gelübde an den Heiligen Josef beinhaltet die Errichtung des Altars, der unter dem Leitgedanken "Alias pauperis" (den Armen zugewandt) steht, d.h. den Armen und Bedürftigen zu geben und zu helfen.

Die Menschen, müssen als Heilige eine Rolle einnehmen, wobei das Mahl eine Art heilige Darstellung des letzten Abendmahls ist.

Der Altar muss aus mindestens drei Heiligen bestehen, nämlich aus Jesus, Josef und Maria. Die Heilige Familie kann auf 5, 7, 13 usw. erweitert werden. Wichtig ist, dass die Zahl immer ungerade ist. Jeder von ihnen erhält ein Essenspaket, bestehend aus einer Einheit oder Portion, die er nach der Feier des Festmahls, d. h. des letzten Abendmahls, mit nach Hause nehmen kann.

Das Zeremoniell des Banketts ist ziemlich lang. Da das letzte Abendmahl gefeiert wird, sind alle Anwesenden eingeladen, dem Ritus mit Andacht, Respekt und Stille beizuwohnen.

Das Mahl beginnt, nachdem Jesus gesagt hat: "A nquantu a nquantu c'è l'Angelu Santu...". In absoluter Wahrung der Tradition zelebrieren die Gastgeber die Fusswaschung unseres 
Herrn, indem sie seinen Fuss waschen, abtrocknen und küssen, der dann später auch von den Heiligen geküsst wird.

Jesus bricht das Brot, die Heiligen essen drei Orangenstücke zu Ehren der Dreifaltigkeit, den Salat als Erinnerung an die bitteren Kräuter.
Die Hostien dienen als Symbol des Gehorsams und der Unterwerfung unter Gott.
Es werden Nudelgerichte mit Hülsenfrüchten (Saubohnen und Kichererbsen) und eine Portion aller Speisen auf dem Tisch angeboten, immer in ungerader Anzahl (ein Cannolo, drei Nüsse, usw.).

Jede Speise muss vom Haupt des Tisches, d.h. von Jesus, gekostet werden, damit die anderen sie essen können.
Die Heiligen folgen Jesus und müssen anhalten, wenn er anhält.

Nichts darf weggeworfen werden. Das wäre so, als ob man die Gnade des heiligen Josef wegwerfen würde.
Sobald die Heiligen mit dem Essen fertig sind, werden die restlichen Speisen den Umstehenden angeboten und dann an die Anwesenden verteilt.

Aus Verehrung und Respekt vor dem heiligen Josef müssen die Menschen das Essen annehmen und essen, wobei keine Schüchternheit erlaubt ist, und sie antworten, indem sie "Viva San Giuseppe" "Es lebe der heilige Josef" wiederholen.

Der Altar des heiligen Josef in Laufenburg ist ein "Artaru accampatu", d.h. ein Altar des Bettelns "Addumannari" um Unterstützung durch die Gläubigen und die lokale Gemeinschaft (Gemeinde, Stadtmusik, Fabriken, Geschäfte, Vereine).

Ein Teil der Spenden kommt bedürftigen Vereinen oder Familien zugute, ein anderer Teil wird zur Deckung der Kosten für die Organisation des Festes verwendet (Miete der Stadthalle, Versicherung, Feuerwerk usw.).